Huawei, data di arrivo dell'alternativa ad Android ancora incerta [Aggiornato]

Immagine: Huawei (Immagine:: Huawei)

Aggiornamento: Abbiamo ricevuto conferma da Huawei che c'è stata un po' di confusione interna e che la data di presentazione del sistema operativo destinato a sostituire Android, nome in codice HongMeng, non sarà giugno di quest'anno. 

Il noto marchio cinese ha confermato quanto dichiarato in precedenza da Richard Yu, secondo il quale il SO potrebbe essere pronto a fine 2019 per il mercato cinese e nel 2020 a livello mondiale.   

L'articolo originale, che trovate di seguito, è stato modificato in modo da includere questi aggiornamenti.

Il sistema operativo di Huawei, nome in codice HongMeng e sviluppato internamente dall'azienda cinese, non sarà distribuito commercialmente il mese prossimo, contrariamente a quanto aveva affermato un dirigente responsabile dell'area mediorientale di Huawei, che aveva parlato con i colleghi di TechRadar Middle East. Come sappiamo, questo sistema operativo andrà a rimpiazzare Android una volta che il blocco da parte di Google diverrà pienamente operativo.

Il 20 maggio scorso, Google ha annunciato che avrebbe limitato l'accesso ad Android per i dispositivi Huawei, ma la Casa Bianca ha poi concesso un'estensione fino al prossimo 19 agosto. 

Altre imprese operanti nel settore tecnologico hanno seguito le orme di Google tra cui Intel, Qualcomm, Micron e ARM. Anche le organizzazioni che si occupano dello sviluppo di standard come Bluetooth, SD e WiFi hanno imposto restrizioni a Huawei. 

"Huawei sapeva che questo sarebbe successo e si è preparata a questa eventualità. Il sistema operativo era già pronto a gennaio 2018 ed era il nostro 'piano B.

Non volevamo immettere il sistema operativo sul mercato perché avevamo delle relazioni molto solide con Google e altre aziende e non volevamo rovinare questi rapporti. Adesso, invece, siamo pronti a partire con la distribuzione del sistema operativo il mese prossimo". Queste erano le parole pronunciate da Alaa Elshimy, Managing Director e Vice President di Huawei Enterprise Business Group Middle East.

Tuttavia dei rappresentanti di Huawei consumer group hanno contattato TechRadar e hanno smentito questa notizia, aggiungendo che l'arrivo del SO è previsto per il 2019/2020

Il sistema operativo, noto internamente con il nome di HongMeng e che potrebbe chiamarsi Ark OS una volta sul mercato, si pensa sarà compatibile con smartphone, computer, tablet, TV, auto connesse, smartwatch, dispositivi indossabili e altri prodotti.  

Tutte le applicazioni che funzionano con Android funzioneranno sul nuovo sistema operativo senza necessità di ulteriori modifiche, afferma Elshimy, aggiungendo che gli utenti potranno scaricare le app dallo store Huawei AppGallery.

Resta da vedere, comunque, se tutte le app disponibili su Google Play Store saranno presenti anche sul negozio di Huawei, visto anche che gli altri sistemi operativi (Windows Phone, BlackBerry OS e altri) che in passato hanno tentato di eguagliare l'offerta di App di Google non sono riusciti nel loro intento. 

Se il sistema operativo HongMeng non dovesse  avere app essenziali, sarebbe difficile per Huawei convincere i consumatori a scegliere i suoi prodotti. 

Huawei è autosufficiente

"Le sanzioni degli Stati Uniti non avranno un impatto sul sistema operativo dell'azienda né sui processori visto che siamo autosufficienti sotto molti punti di vista. 

"Produciamo internamente tutti i processori ad eccezion fatta di quelli di Intel per i PC e i server. Tutte le aziende attive nel settore dell'archiviazione usano processori Qualcomm e noi siamo gli unici ad usare i nostri. Ecco perché possiamo scegliere a che velocità andare", ha affermato Elshimy. 

Inoltre, ha aggiunto che Huawei dispone di propri processori basati su architettura ARM destinati a sostituire le soluzioni Intel e che l'azienda presenterà presto il suo database simile a Oracle. 

Secondo fonti interne al settore in cui opera Huawei, il gigante cinese acquista ogni anno beni e servizi da imprese statunitensi per un valore di undici miliardi di dollari. Adesso, però, qualora l'azienda volesse comprare tecnologia o componenti da imprese a stelle e strisce dovrà ottenere l'approvazione statale.

E il WiFi?

Quando gli abbiamo chiesto cosa intende fare Huawei per i problemi legati a WiFi e Bluetooth, il dirigente Huawei ci ha risposto che il WiFi è uno standard internazionale e che Huawei è uno dei maggiori contributori della WiFi Alliance.

"Secondo me, se ci dovessero tenere fuori dall'organizzazione, chi ci perde di più sarà l'organizzazione stessa", ha spiegato Elshimy riferendosi alla WiFi Alliance. "Se ragioniamo a livello di settore, si tratta di uno standard ed è bene rispettare questo standard, ma per fare ciò non è necessario essere parte della Alliance. Lo stesso vale per il Bluetooth e l'SD."

Elshimy ha anche aggiunto, però, che escludere Huawei dalla Alliance non fa altro che aumentare la pressione su Huawei stessa all'interno della guerra commerciale in corso. 

L'amministratore delegato di Huawei, Ren Zhengfei, ha recentemente affermato che nessuno potrà tenere il passo di Huawei nei prossimi due o tre anni e il fatto che si tratti di una società non quotata in borsa è senz'altro un vantaggio, visto che consentirà all'azienda di effettuare grandi investimenti con più facilità.

Resta da vedere se andrà effettivamente così, ma certamente Huawei sta facendo tutto il possibile per garantirsi un futuro nel settore degli smartphone nonostante le forti sanzioni a cui deve far fronte.

John McCann
Global Managing Editor

John joined TechRadar over a decade ago as Staff Writer for Phones, and over the years has built up a vast knowledge of the tech industry. He's interviewed CEOs from some of the world's biggest tech firms, visited their HQs and has appeared on live TV and radio, including Sky News, BBC News, BBC World News, Al Jazeera, LBC and BBC Radio 4. Originally specializing in phones, tablets and wearables, John is now TechRadar's resident automotive expert, reviewing the latest and greatest EVs and PHEVs on the market. John also looks after the day-to-day running of the site.